mio articolo da CALCIOARGENTINO del 25 agosto 2009
E’ trascorsa appena una settimana dall’inizio ufficiale del secondo semestre e a Núñez sembra poter già andare tutto all’aria.
La momentanea sospensione del campionato ha fatto sì che i primi due impegni stagionali s’invertissero, così l’esordio stagionale è avvenuto mercoledì scorso in casa contro il Lanús, per la Copa Sudamericana, mentre soltanto domenica c’è stata la trasferta in casa del Banfield per la prima giornata dell’Apertura. In entrambi i casi la Banda ha rimediato una sconfitta e se quella di Coppa ha assunto gli stessi toni grotteschi che hanno caratterizzato gran parte dello scorso semestre, con un misto di sfortuna e inconcludenza, il tracollo nel Sud ha confermato la pochezza tecnicotattica che da tempo sta condannando la squadra all’anonimato, cosa che per un Club tanto glorioso è forse la fine peggiore.
Proprio in queste ore, poi, corre voce che l’idea di dimettersi non sia più soltanto un’ipotesi ma stia realmente prendendo corpo nella mente di Gorosito.
Da un lato sorprende come il tecnico abbia resistito fino a questo momento. Già lo scorso gennaio, subito dopo essersi insediato, era parso chiaro che la Dirigenza non avesse alcuna intenzione di soddisfare le sue richieste, con l’aggravante di un atteggiamento di scherno emerso dall’assicurazione, puntualmente disattesa, di poter realizzare una serie di affari che nella maggior parte dei casi invece hanno finito per mettere a nudo il disamore che si annida nei corridoi di Núñez così come la risibile capacità finanziaria della Società.
Trascorsi sei mesi che non si ricorderanno come i peggiori della storia solo perché preceduti da quelli che hanno visto il River finire ultimo nell’Apertura 2008, Gorosito si ritrova adesso nella stessa situazione, se non in acque ancor peggiori dato che la Dirigenza è recidiva. Non si capisce se le elezioni di fine anno faranno sì che la baracca resti in piedi così com’è per qualche altro mese o serviranno invece a chiudere un’età buia che vivrà però di episodi nefasti da qui ad allora.
Con la sola cessione eccellente di Falcao al Porto, la mancata vendita di Buonanotte, lo stipendio dell’ex capitano Ahumada che pesa ancora sul bilancio (e il centrocampista oltretutto fuori qualche settimana per un infortunio), potrebbe creare confusione anche il graditissimo rientro di Ortega, pronto a costituire una coppia ispirata di idoli con Gallardo. In un centrocampo offensivo che non può contare sull’appropriata copertura, con la linea di contenimento a sua volta chiamata a un doppio lavoro vista la pochezza della difesa, l’impossibilità di schierare contemporaneamente il Burrito, il Muñeco e l’Enano (per non alleggerire ulteriormente la metà del campo) ha innervosito proprio quest’ultimo, perché sembra che sarà lui a essere sacrificato. Il rischio, ora, è che dopo che non lo si è venduto al Benfica durante il precampionato, adesso che in Europa si sta chiudendo il mercato lo si veda partire a stagione già iniziata, per lasciare l’ennesimo, inaspettato buco dopo quello che nelle ultime ore ha provocato la partenza di Augusto Fernandez, destinazione Saint Etienne.
Morale, fra giocatori epurati (Gerlo in primis), giovani esclusi dalla preparazione in Canada e subito reinseriti nel gruppo (Rios addirittura è stato titolare domenica, complice la squalifica di Fabbiani), un utilizzo a intermittenza dei giocatori delle Divisioni Inferiori che pure sembrano motivati oltre che forti e sarebbero preferibili ad acquisti di poco peso, un mercato imprevedibile in uscita e misterioso in entrata (in cui a spiccare è il ritorno del ‘pelado’ Almeyda, non certo un ragazzino), con l’attuale Dirigenza che fa capo ad Aguilar che sta tirando la fine dell’anno come meglio crede, Gorosito sembra essere destinato a fare da capro espiatorio. O forse invece da volontaria vittima sacrificale, pur di cambiare aria e recuperare dignità.
Quel che è peggio, però, è che risultato di tutto questo è il tracollo del River Plate, con l’umiliazione di un’intera comunità.