Football’s dead

mio articolo da CALCIOSTRUZZO del 27 giugno 2010

Inizio a scrivere durante Inghilterra-Germania e finirò chissà quando.

Al di là del classico commiato che i Tre Leoni prendono dall’ennesima competizione internazionale, fra pali, traverse ed episodi clamorosi, resta la mano di Blatter su questa sfida e su questi Mondiali. Su tutto il calcio.

Questo faccendiere svizzero, usuraio, azzeccagarbugli, mafioso, disgustoso essere antiestetico per com’è lui e per quel che lo aggrada, deve aver raggiunto l’orgasmo al che la palla del 2-2 in rimonta calciata da Lampard ha varcato la linea di mezzo metro e il gol non è stato dato. Avrà avuto un secondo sussulto sotto la cintura al che, poi, è stato riproposto sugli schermi dello stadio di Bloemfontein (dovremmo dire Bluff-fontein per come si è ridotto il calcio oggi) senza che si potesse rimediare a questo stupro sportivo. Differentemente dall’uso arbitrario e rimasto unico nella storia delle immagini per cui la rivisitazione delle stesse, che il quarto uomo non poteva fare, portò all’espulsione di Zidane a Berlino contro l’Italia.

A poco vale dire che la Germania ha giocato bene, e mi viene da ridere sentendo alcuni commentatori che dicono che ha meritato. Sì, perché la Germania ha preso due gol (anche se uno solo concesso) in cinque minuti, quindi solo la traversa ha negato un’altra volta il pareggio agli inglesi. Troppo facile, poi, farne altri due benché a una difesa così così. E a nulla vale se non per chi vive di sfottò ricordare il gol-non-gol inglese della Finale del ’66, perché ai tempi non esistevano né tecnologia né interesse (di Blatter e dei suoi) a ignorarla. Potevano esistere al massimo gli errori umani, sui quali non c’è da recriminare nemmeno oggi. Penso al teorico 2-2 di Quagliarella alla Slovacchia e all’azione che oggi ha portato alla traversa di Defoe, episodio comunque invalidato. Io non parlo di centimetri come questi, ma dico che se con la tecnologia sui centimetri si potrebbe intervenire, sui metri sarebbe ancora più facile.

Capello ha detto che purtroppo c’è sempre bisogno che qualcuno paghi perché le cose cambino. Ma non sono cambiate dopo la doppia mano di Henry in Francia-Irlanda. Quindi? Sì, forse a stagione in corso non si possono cambiare le regole, ma venendo all’Italia ricordo ancora un Nakata extracomunitario improvvisamente messo a disposizione della Roma prima della sfida-scudetto con la Juventus, e non me ne voglia chi ha in mente altri episodi che qui non menziono.

Io non so proprio cos’altro aggiungere. Certo, amo l’Inghilterra e oggi sto male il doppio, ma mi viene da piangere a prescindere dalle mie simpatie, perché ogni giorno che passa, ogni partita che si gioca, ogni affare che si conclude, ogni bilancio che viene chiuso è sempre più evidente che il nostro calcio è morto. O ci mettiamo in testa di esaltarci per le singole giocate di chiunque, anche di chi non tifiamo ma sa fare bene, oppure rincorrendo i risultati oltre al danno dovremo subire la beffa. E il nostro sconforto, di cui a tutti i Blatter di questa Terra non interessa un accidente, sarà proiettato sul grande schermo del mondo esattamente come da qualche tempo i replay delle giocate ma anche degli errori arbitrali sono riproposti sui grandi schermi degli stadi, forse a ricordarci che non siamo solo piccoli di fronte all’Universo ma anche al cospetto di un pidocchio come Blatter.

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