Questi sono anche peggio

mio articolo da CALCIOSTRUZZO del 10 aprile 2010

Si avvicina il momento in cui sapremo se le vecchie intercettazioni rese recentemente pubbliche saranno considerate o meno nell’ambito di una possibile rivisitazione del processo su Calciopoli, e capiremo dunque se ci sarà un’altra sentenza, magari di colpevolezza.

Prima ancora che questo avvenga, è lecito però chiedersi se gli inquirenti stiano considerando anche l’eventualità di rivedere il processo non necessariamente in base alla gravità o meno che attribuiranno alle telefonate in questione, quanto partendo dal fatto che chi le ha fatte, chiamante o chiamato che fosse, quattro anni fa ha mentito nell’ambito di un processo che oltretutto ruotava intorno alla violazione del famoso articolo sulla lealtà sportiva.

Appurato che c’è chi nel 2006 è stato beccato e ha reagito senza negare ma sottolineando di non aver fatto niente che non fosse all’ordine del giorno nel sistema calcio, è giusto ricordare che altri, che da quanto emerso ultimamente al sistema calcio si erano adeguati esattamente come i condannati di allora, da quella sentenza sbrigativa e chiaramente funzionale a molto altro zitti zitti hanno tratto grandi benefici. Ora si affrettano a spiegare, correggere il tiro, ritornare su determinate questioni e quant’altro. Ma nel frattempo Moratti e l’Inter hanno trovato la benzina mai avuta in passato per creare un’autentica armata, Galliani e il Milan hanno potuto dare un vincente e remunerativo colpo di coda in Europa vincendo una Champions cui era stato deciso che non dovessero partecipare prima di ridimensionarsi per motivi finanziari cui è seguito un ovvio appassimento sportivo, e Cellino e Zamparini coi loro Cagliari e Palermo si sono ritagliati un inedito ruolo da discreti protagonisti in Serie A allestendo in uno scenario alterato due delle più interessanti squadre del futuro, anche se dovrebbero sudare freddo all’idea che il potere ben presto potrebbe tornare a spostare gli equilibri ed è più facile che le prime se non uniche teste a saltare siano proprio le loro.

Ecco, mentre Moratti si pavoneggia con la sua creatura dalla statura europea, nata dalle solide basi dell’onestà e forte come mai nessuno prima in Italia, dice, Galliani è ancora lì a ricordare che il suo Milan solo tre anni fa vinceva una finale di Champions e infine Cellino e Zamparini sembrano aver trovato un buon motivo per abbandonare la loro storica crociata contro il calcio dei grandi. Tutti contenti e goduti, chi per un motivo chi per l’altro…

Da questo quadro si evince che il marcio è assolutamente trasversale rispetto all’ambiente del calcio come di qualsiasi altro in cui a comandare sono i soldi, e sappiamo bene che come in alto così in basso, in ogni categoria insomma. Si capisce anche che le logiche da bar o da curva per cui l’importante è vincere tanto agli altri restano giusto le parole è decisamente passata anche agli ambienti dirigenziali, cui spetterebbe invece l’illuminato e responsabile ruolo trainante che reclamano. Con la differenza che mentre un tifoso fa sorridere quando dice di stare per gli unici puliti e al massimo parla di azioni altrui, che a proclamarsi integerrimi siano proprio quelli che i maneggi li fanno è grave al punto da sfociare addirittura nel penale.

Tutto questo, ricordiamolo, senza prendere nemmeno in considerazione l’aspetto della gestione finanziaria, perché se si guardano anche i bilanci allora si scopre che questi falsoni agevolati dagli Organi di controllo sono pure degli incompetenti oppure, se la cosa fa meno male o suona meno offensiva, gente disposta a tutto pur di esserci, protagonisti di un sistema che può sopravvivere soltanto così, andando contro ogni regola e dipendendo dagli umori, che io personalmente aspetto che scoppi per farmi due risate magari dalla provincia, ove la Giustizia non concede margini di errore a nessuno.

Ho finito, ma non vorrei essermi perso inseguendo i miei pensieri. Ricordiamocelo allora: questi nuovi dirigenti a rischio processo fino a ieri negavano tutto, insomma, hanno mentito.

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