Banfield 2 River Plate 2

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 4 ottobre 2010

E quattro. Tanti sono i gol visti ieri sul campo del Banfield, altrettante le trasferte senza successi del River dopo la prima, benaugurante vittoria stagionale sull’Argentinos.

Il Taladro è tradizionalmente una pecora nera della Banda e nelle ultime stagioni non sono state rare le goleade patite dai nostri nel Sud. Il fatto che ieri si sia divisa la posta suona quindi come un successo, ma guardando l’andamento della partita si capisce subito che così non può essere. A meno che, a fronte di una prestazione deludente, non ci si accontenti. Il fatto è che con la vittoria dell’Estudiantes sul San Lorenzo, che viene subito dopo quella nel clasico sul Gimnasia, recupero infrasettimanale, e a proposito il crollo verticale del Lobo platense, da un lato la vetta si allontana sempre più (-7) e dall’altra si è persa l’occasione per tenersi un po’ più lontani dalla zona retrocessione. Questi due obiettivi opposti e solo apparentemente illogici nell’essere accomunati, infatti, sono ciò a cui bisogna innanzitutto badare in questo semestre.

Non c’era Almeyda, infortunato, e Carrizo nonostante un rigore parato ha avuto un passaggio a vuoto, mentre Pavone e Ortega hanno fatto quel che han potuto. In ciò si potrebbe individuare la ragione di un risultato come questo.

Non fosse stato per Carrizo e le sue indeicisioni, dirà qualcuno ingenerosamente stando alla sua resa generale ma pur sempre con obiettività in relazione a quella di ieri, avremmo vinto. Non fosse stato per lui e il rigore parato sullo 0-1, potrebbe replicare qualcun altro, il River sarebbe naufragato. Non fosse stato per l’arbitraggio di Pezzotta, potrebbe aggiungere qualcun altro ancora, chissà che partita avremmo visto. E di certo Cappa non sarebbe stato espulso per proteste sul rigore accordato ai padroni di casa, che non solo a suo giudizio non c’era. Sia quel che sia, per fortuna che a una manciata di minuti dalla fine è sbucato Roman che ha messo d’accordo tutti.

Ma veniamo alla formazione. Facendo i conti con infortuni e necessità legate all’avversario, il DT ha presentato il 4-3-1-2 che se non nei nomi quanto meno concettualmente tutti volevano vedere nelle speranza che l’attacco risultasse più incisivo. Come detto, nonostante non abbia segnato Pavone si è mosso bene e ha oltretutto avuto un ruolo determinante in occasione di entrambe le segnature, procurandosi il rigore e poi effettuando il cross su cui è intervenuto di testa Roman per il pareggio. Così così Ortega, se non altro preciso nella trasformazione dagli undici metri (che al River non era concessa da un anno) e invece ancora una volta offuscato Funes Mori, che oltretutto si è preso il rosso per una manata a Delfino.

Dietro di loro, un centrocampo orfano di Almeyda e piuttosto evanescente si è dovuto reggere sul solo Acevedo mentre Pereyra da una parte e Lamela dall’altra hanno deluso. Maluccio anche la difesa, lenta a entrare in partita e mai propositiva in fase offensiva. Per fortuna che l’inserimento di Roman anche oggi è risultato positivo.

Ancora una volta non ha trovato spazio dall’inizio Buonanotte, alzatosi dalla panchina a poco dalla fine, mentre Mauro Diaz e Caruso, entrati rispettivamente per Pereyra e Lamela, non hanno cambiato le cose. In definitiva una squadra ancora in cerca di identità nella stagione più pericolosa della storia del Club ha offerto l’ennesima prova scialba e portato via dal Sud un punto dietro cui non c’è molto, che di buono ha solo l’aver mosso la classifica.

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