River Plate 0 Estudiantes 4

mio articolo da RIVERPLATE.COM dell’8 dicembre 2010

Il confronto con l’Estudiantes è coinciso con un brusco risveglio per tutto il River. Il risultato finale non ammette repliche e a poco serve constatare come le prime tre segnature del probabile nuovo campione d’Argentina siano venute nei primissimi minuti dei due tempi e a ridosso del fischio finale del primo, in pieno recupero.

Ogni istante conta ma stavolta nessuno sembra essere valso qualcosa per i ragazzi attualmente affidati a J.J. Lopez, che fino a oggi sotto la sua guida erano imbattuti ed erano anche riusciti a portare a casa tre vittorie su quattro a cominciare da quella nel Superclasico, con l’unico pareggio conquistato sul campo del San Lorenzo. E’ bastato incrociare la corazzata dell’ex millonario Sabella, però, per capire quanto dietro certi nomi importanti ultimamente si celi ben poco, esattamente come dietro quello del River.

E così ecco che a una sola settimana dall’uscita dalla zona retrocessione, appena buttato l’occhio al podio di quest’Apertura, la realtà è tornata a tingersi di grigio come la tenuta da trasferta di un Pincha implacabile nonostante fosse in formazione rimaneggiata mancondogli Veron ed Enzo Perez, il cuore del centrocampo. Un gruppo talmente solido da far sperare che il suo tecnico, che tante esperienze aveva condiviso con Passarella prima di vincere tutto con la sua attuale squadra, proprio il nuovo presidente del River possa chiamare a Núñez per costruire qualcosa di grande partendo da un passo fondametale: la salvezza da conquistare nel prossimo semestre.

Da parte River la partita ha offerto davvero pochissimo. La cronaca non potrebbe essere più scarna ma vale la pena di ripercorrere alcuni episodi per capire cosa non è funzionato al Monumental, violato per la prima volta in stagione. Innanzitutto va biasimata la difesa, schierata nuovamente a tre e rimasta immobile in occasione di ogni gol subito. Poi uno dei suoi elementi ultimamente più decisivi, Maidana, oggi totalmente inadeguato e fattosi oltretutto espellere in apertura di ripresa quando si era ancora sullo 0-2. Infine un centrocampo tornato a essere impalpabile, per niente dinamico e ancor meno propositivo, di certo nell’occasione non coadiuvato dai giovani Lamela e Funes Mori, cui J.J. aveva deciso di affidare la fase decisiva del gioco (assieme a Pereyra e Ferrari sulle fasce e all’ex Pincha Pavone in avanti) dopo aver escluso Ortega per motivi disciplinari.

Non stupisce che dopo l’unico tiro effettuato fino a quel momento, targato Lamela al decimo del primo tempo ma arrivato su calcio di punizione (e a onor del vero finito sul palo), sia stato un sostituto e cioè il diciassettenne Lanzini a cercare il gol. Ma mancava giusto un quarto d’ora alla fine e nemmeno le due successive conclusioni di Funes Mori possono quindi essere degne di troppa considerazione.

Grazie al cielo l’altra pretendente al titolo, il Velez, doveva far fuori l’Huracan e ce l’ha fatta, così quest’ultimo, quart’ultimo nel Descenso, rimarrà irrimediabilmente dietro in questa particolare graduatoria, esattamente come il Gimnasia che pure ha vinto. Dall’ultimo impegno, lunedì in casa del Lanus, la Banda farà però bene a cercar di trarre il più possibile. Non tanto per un’ipotetica quarta piazza in questo torneo quanto perché fra un mese e mezzo riprenderà la corsa alla salvezza, questa volta l’ultima, senza appello, e più legna si mette in cascina fin da ora meglio è.

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