mio articolo da MAGIC FOOTBALL del23 dicembre 2011
La stagione che il River sta trascorrendo in B, passato lo choc iniziale, si sta dimostrando ogni volta di più l’occasione ideale per rafforzare un’identità come poche ce ne sono nel mondo del calcio.
La fine dell’era Aguilar, benché seguita da quella ancora in corso di Passarella che non è un presidente unanimemente apprezzato dai tifosi, ha permesso di rinnovare l’ambiente e ridare importanza a una serie di fattori che coi profitti (a maggior ragione quelli particolari) hanno a che fare solo di riflesso.
Da un lato l’Argentina ‘millonaria’ dice presente in massa ovunque giochi la Banda: lo stesso Hugo Gatti, ex portiere sia di River che di Boca, a dispetto del rango di idolo che gli è stato riconosciuto dagli ‘xeneizes’ ha recentemente affermato che a scuotere realmente il Paese è il club di Nuñez come dimostrano le decine di migliaia di tifosi che accorrono nel cosiddetto Interior ogni volta che la squadra vi gioca un incontro. Dall’altro l’identificazione nei colori che come risultato ha avuto il ritorno di Cavenaghi e Alejandro Dominguez, a cui negli ultimi giorni si è aggiunto Trezeguet con la prospettiva che possa fare altrettanto qualcuno fra D’Alessandro, Demichelis, Saviola e Aimar, ‘millonarios’ autentici, e poi Belluschi e Ponzio che questa maglia hanno già vestita e magari pure Heinze (il caso vuole che gli ultimi tre abbiano tutti debuttato nel Newell’s).
Un altro elemento tradizionale che Almeyda, evidentemente di comune d’accordo con la dirigenza, sta preservando dandogli enorme impulso è il lancio di nuovi talenti. Con Lamela, Buonanotte e Lanzini che hanno già preso il largo, c’è già una nuova nidiata di ragazzini segnalatisi all’attenzione locale e internazionale a cui il nuovo tecnico ha esplicitamente assegnato un ruolo centrale nel progetto di ricostruzione del club. Messi assieme basterebbero quasi a fare una squadra e molti di loro sono già punti fermi della formazione tipo del Pelado.
Nonostante alcuni svarioni che col recupero fisico di Vega potrebbero pesare in chiave titolarità nel prossimo semestre, fino ad ora Chichizola si è comunque guadagnato il posto fisso tra i pali senza che si sia pensato a un’alternativa esterna. In difesa sta giocando benissimo Abecasis, infortuni permettendo, e contemporaneamente stanno prendendo confidenza Pezzella (capitano dell’Argentina Under-20), Gonzalez Pirez e Ramiro Funes Mori che probabilmente fra i tre, comunque tutti talentuosi, è il migliore. A centrocampo Cirigliano e Ocampos sono addirittura già dei punti di riferimento – e, anzi, il River sta arginando la marea di offerte che stanno arrivando da club stranieri per il secondo, nonostante i suoi soli 17 anni. In attacco, poi, Rogelio Funes Mori, gemello di Ramiro, deve solo ritrovare continuità fisica e di rendimento per tornare a essere la pedina importante che fu lo scorso semestre.
Nel frattempo, nel ritiro di preparazione alla seconda parte della stagione (in programma al centro sportivo di Ezeiza dal prossimo 4 gennaio) Almeyda porterà addirittura 19 ragazzi delle giovanili. Il più piccolo è del ’95 ma il meno giovane appena del ’91. Ecco chi sono: Federico Vega, Sebastián Silguero, Esteban Espíndola López, Eder Balanta Álvarez, Diego Martínez, Augusto Solari, Facundo Quignon, Carlos Ruiz, Luciano Romero, Claudio Kranevitter, Juan Cazares Sevillano, Luis Vila, Federico Andrada, Cristian Insaurralde, Lucas Pugh, Franco Iberra, Giovanni Simeone, Juan Kaprof e Angel Martínez Loreiro.
Su tutti spiccano i nomi degli attaccanti Federico Andrada (miglior goleador in assoluto nella storia del vivaio, in cui è entrato quando aveva 7 anni) e Giovanni Simeone (figlio del Cholo, 16 anni, a cui è già stato fatto firmare un contratto). Come sempre, però, sarà il caso di appuntarsi anche tutti gli altri nomi. E’ la storia del River a suggerirlo.