mio articolo da RIVERPLATE.COM del 31 luglio 2012, riproposto su SOY DE RIVER
La nuova stagione sta per iniziare e al River non si nasconde di avere ambizioni da titolo. Archiviato nel migliore dei modi l’anno più difficile della storia, la Banda è rimasta nelle mani di Almeyda secondo i piani di Passarella e pur fra mille polemiche affronta la rinnovata Primera Division nell’entusiasmo generale.
Unica e non certo trascurabile eccezione l’epurazione di Cavenaghi e del Chori Dominguez. Pur forzatamente archiviato questo capitolo, ognuno può ravvisare motivi di soddisfazione per quanto fatto in fase di preparazione. La presidenza, attaccata dalla maggior parte del movimento ‘millonario’ per la pessima gestione dell’allontanamento delle due punte protagoniste della rinascita, ha potuto guidare il tecnico in fase di ritocco di una rosa già forte. In base al saldo fra partenze e nuovi arrivi, i giocatori poi dovrebbero avere ognuno il giusto spazio. I tifosi, infine, in considerazione della qualità del gruppo possono essere ottimisti. E se davvero si hanno aspirazioni importanti non va trascurata la nuova formula del campionato, che tornando dopo più di vent’anni a prevedere un unico campione al termine dei due tornei corti permetterà di organizzarsi con tranquillità e, si partisse non troppo spediti, di recuperare.
A pochi giorni dal debutto, anche il passato dei principali nuovi arrivati rimanda alla gloria. Il rientrante Lanzini (reduce dal prestito annuale al Fluminense, a cui è stata affidata la maglia numero 10), i difensori Mercado e Bottinelli e il portiere Barovero hanno già vinto cose importanti con altri club; la giovane punta Lescano e l’esterno Ariel Rojas, dal canto loro, hanno comunque già vissuto momenti decisivi. Nel complesso quindi il nuovo apporto che verrà dato al River è di indubbia qualità sul piano tecnico ma anche con riguardo all’esperienza, il che non fa mai male.
Resta da vedere come Almeyda schiererà la squadra, che è poi quanto più conta. Immuni per ora dalle pressioni europee, Cirigliano sarà il fulcro del centrocampo mentre Ocampos aspettiamo di vedere se continuerà a giocare sulla fascia, dove finora ha giocato bene al punto da essere considerato il Cristiano Ronaldo del futuro, o invece è destinato a fare la seconda punta accanto al nuovo capitano Trezeguet indipendentemente delle presunte ambizioni di espatrio di Funes Mori (l’attacco, a proposito, nonostante i nomi che hanno cominciato a girare nelle ultime ore è ancora il reparto a cui non si è praticamente messo mano se non attraverso la rinuncia a Cavenaghi e Dominguez). Apertissima è poi la lotta per la titolarità fra i pali tra Vega e l’ex ‘velezano’ Barovero, come da definire in corso d’opera sarà l’assetto del reparto difensivo – che è il più affollato.
E proprio la cronaca riporta a pensieri inevitabili nel momento in cui si ritorna fra i migliori d’Argentina. Primo avversario (e ancora in casa, come nell’ultima uscita nella categoria maggiore) proprio il Belgrano che a metà 2011 condannò la Banda alla retrocessione. Ripresa più emozionante e stimolante non potrebbe esserci. Senza vergogna né alcun imbarazzo ricordando quel che è stato. Orgogliosi della propria storia comunque. Come si addice ai veri grandi.