River, si vince ma si perde

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 16 agosto 2012, riproposto da SOY DE RIVER

Con tutte le voci che giravano, gli annunci e le smentite, addirittura schede biografiche di giocatori che su internet anticipavano affari imminenti ma non ancora conclusi, sarebbe stato prematuro dare un giudizio definitivo sul mercato del River. E in qualche modo lo è anche adesso, a poche ore dalla chiusura del mercato, se è vero che Piatti e Formica potrebbero ancora arrivare.

Portate a termine alcune importanti operazioni in entrata su cui spiccano gli arrivi di Bottinelli, Luna, Mercado, Rojas e Mora e il rientro di Lanzini, la recente e veloce cessione di Ocampos al Monaco ha però già dato un’indicazione importante con riguardo almeno alla scarsa considerazione delle numerose e giovanissime stelle ‘millonarie’ doc – e di conseguenza circa la fiducia o meno in una ricetta casalinga che è più che possibile anche se non può certo essere esclusiva – su questo tutti convengono. Al trasferimento di cui sopra potrebbero infatti tuttora seguire quelli di Rogelio Funes Mori e Cirigliano, anche se quest’ultimo per ragioni innanzitutto personali del giocatore. In più, benché solo in prestito, lasciano Nuñez anche Bou, Rios e Villalva – come poco prima avevano già fatto Orban e Nicolas Domingo.

La domanda che ci si pone, a questo punto, è perché Passarella (prima ancora che Almeyda) stia orchestrando un simile ricambio ovvero uno stravolgimento della rosa. Il risultato della sua politica, che prescinde da comunque vitali incassi di mercato, infatti, è che pochissimi dei tanti e identificati campioni che il River ha prodotto ultimamente rimarranno. Al loro posto, giocatori che dalla loro hanno certamente già parecchia esperienza ma che potrebbero essere ceduti esattamente come sono arrivati magari dopo appena un paio di semestri di vita ‘millonaria’. Giocatori, poi, che oltre a quanto detto e pur senza nulla togliere al piacere che hanno di vestire la banda costringono per forza a vedere il River come una macchina da soldi piuttosto che un club con una sua precisa identità e un vero e duraturo progetto. D’altra parte, considerati i suoi trascorsi più e meno recenti, da un presidente come il Kaiser sarebbe mera illusione aspettarsi altro. Aspettarsi, per esempio, la salvaguardia proprio dell’identità anche quando la qualità di chi la garantirebbe (calciatori giovani ma non solo, si pensi anche all’allontanamento di Cavenaghi e del Chori) è indubbia.

In mezzo a tanta perplessità, se non altro un fatto buono e incontrovertibile: la vittoria di sabato scorso sul campo dell’Estudiantes. Basta però pensare a chi l’ha suggellata, vale a dire Funes Mori che è uno dei possibili nuovi partenti, per ripiombare nella spinosa questione della sorte dei giocatori nati nel club. Sarà allora il tempo a dire se si potrà continuare a vincere (partite) pur perdendo (parti di sé e, con esse, un futuro doc).

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