River, le parole sono importanti

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 5 settembre 2012, riproposto da SOY DE RIVER

Nel pieno della polemica circa il suo modo di far giocare il River, Almeyda ha annunciato che contro il Newell’s inizierà una nuova era.

Normalmente indeciso fra il 4-4-2 (senza trequartista) e il 4-3-1-2 (con) pare che stavolta opterà per un 4-3-3 con Mora davanti accanto a Funes Mori e soprattutto Trezeguet, la cui astinenza dal gol nell’Inicial rappresenta uno dei nodi da sciogliere. L’altro dilemma è quello annoso dell’utilizzo di Lanzini e in particolare del suo impiego da suggeritore piuttosto che da esterno di sinistra. Nel complesso, però, la questione è una sola e riguarda come gioca il River e cosa può fare proprio in base al modulo. La forma dei giocatori viene dopo.

In una delle ultime interviste rilasciate, Almeyda ha spiegato di prevedere che l’inserimento di Mora agevolerà Trezeguet. Fin qui tutto bene: ragione o meno che abbia, è un’idea la cui validità dev’essere per forza verificata sul campo. Lascia invece perplessi quel che pensa di Lanzini (e quel che ne consegue per tutta la squadra sul piano tattico). Ha fortemente voluto che rientrasse dal prestito al Fluminense proprio per via delle sue caratteristiche (fra l’altro è l’unico a poter giocare da 10 essendolo, non come il Chori lo scorso anno) ma finora l’ha impiegato prevalentemente da esterno finendo quasi per bruciarlo come indica la sua esclusione addirittura anche dalla panchina nell’ultima uscita. Ora dice di aver capito che sulla fascia non rende ma anche che da rifinitore non lo considera ancora pronto… e questo però non significa che non possa trovare di nuovo spazio già col Newell’s – viene però da pensare proprio come laterale se va dato credito alle dichiarazioni precedenti dello stesso allenatore, che aveva detto che con una linea d’attacco a tre avrebbe logicamente sacrificato il rifinitore.

E allora che idea ci si deve fare?

Domenica sera si sarà giocato un terzo delle partite di campionato e questo traguardo coinciderà con l’introduzione dell’ennesima novità tattica. Non è certo il massimo che a questo punto della stagione si debbano fare ancora esperimenti ma va fatto buon viso a cattiva sorte ammettendo che è necessario, inevitabile per come stanno le cose. Quel che va evitato, invece, è di giustificare all’infinito un’indecisione (caratterizzata da continue retromarce e correzioni effettuate a cuor leggero) di cui unico responsabile è proprio l’allenatore. E’ comprensibile che Almeyda non voglia essere attaccato gratuitamente e volgarmente, ma non può pretendere che le incongruenti spiegazioni che dà del proprio operato vengano accettate. Né che nessuno, fra i tantissimi che non lo capiscono, inizi ad irritarsi.

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