Il nuovo River vola

mio articolo da RIVERPLATE.COM dell’11 febbraio 2013

La mano di Ramon Diaz si nota, eccome.

Reduce da una preparazione esemplare impreziosita da due brillanti vittorie e un pareggio nei tre confronti col Boca, il River ha inaugurato la campagna del Final con un altro successo. Un’affermazione, questa, che va addirittura al di là del risultato specifico inducendo all’ottimismo sotto tutti i punti di vista. A partire dai disgraziati spareggi di un anno e mezzo fa, infatti, non si riusciva a battere il Belgrano; e l’ultima vittoria conquistata in casa sua risaliva al lontano 2001, quando allenatore era proprio il Pelado.

Nel giro di una serata gran parte del passato recente sembra essere stato spazzato via. E non per caso. Guardando ai numeri, c’è infatti anche una certa continuità di risultati, per quanto striminzite siano ancora le basi per trarre delle conclusioni: con Diaz alla guida, tra la fine dello scorso campionato e l’inizio di questo il River ha giocato solo due partite ufficiali, ma le ha pur sempre vinte e lo ha fatto in trasferta. Prima del suo arrivo, invece, nel corso di quasi un intero semestre appena 3 affermazioni in 10 trasferte e nessuna nelle ultime 4.

Vale quindi la pena di scoprire su cosa si basa questo ritrovato equilibrio che ieri, per esempio, ha reso possibile il successo nonostante l’inferiorità numerica per tutta la ripresa in ragione dell’espulsione di Ponzio. Senza il suo conduttore sul campo, nell’occasione molto meno lucido del solito, la squadra è stata riorganizzata fino a risultare compatta ed esplosiva al punto giusto. E, quel che più conta, senza rinunciare alla sua attitudine offensiva, come dimostrato dalle sostituzioni in sequenza dei due attaccanti titolari (Trezeguet e Mora) con altre due punte (Funes Mori e Luna).

Tornando però alla struttura di base di questo nuovo River, la formula a cui lo scorso semestre non si era mai arrivati è stata invece trovata quasi immediatamente.

Oggi come oggi il River ha in Barovero il portiere titolare. Davanti a lui una linea a tre con Roman, reintegrato, a fare da libero, più Mercado e Bottinelli. Nel fulcro della manovra Ponzio, a cui è richiesto di dettare i tempi spingendosi all’occasione anche avanti, e il ‘Lobo’ Ledesma cui spetta invece maggiormente di coprire. Esterni di centrocampo Sanchez e il nuovo arrivato Vangioni. Davanti, poi, Lanzini da trequartista dietro a Trezeguet e all’ispiratissimo Mora.

Resta da vedere come Diaz intenderà impiegare Iturbe, anche se ha già dichiarato di vederlo meglio sulla sinistra un po’ come Almeyda aveva fatto giocare (però inadeguatamente) Lanzini. C’è poi l’alternativa Mauro Diaz, che a gennaio ha sostituito proprio Lanzini con grande efficacia. E in attacco si è già visto come sia Funes Mori che Carlos Luna valgano sostanzialmente la coppia titolare.

Viste le sue prestazioni generali e anche quella di ieri, va riconosciuto che il vero colpo messo a segno nel mercato è Vangioni. L’esterno di sinistra ex Newell’s sta dimostrando grandissima affidabilità e il suo inserimento è cosa fatta. Si potrebbe dire che l’idea calcistica di Diaz stia proprio nei suoi movimenti, oltre che nel compito affidato a Trezeguet – che l’allenatore ha intuito essere forse più prezioso in fase di scarico della palla, quindi di creazione rapida di spazi, che di conclusione. Nel complesso, quindi, tutto gira attorno al movimento. E gli effetti di questa cura, di questo opportuno ritorno a un passato troppo remoto, all’essenza ‘millonaria’, sono evidenti.

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