mio articolo pubblicato in PILLOLE ARGENTINE
Si compiono questo mese 110 anni dalla fondazione del Pincha, il terzo club argentino che più ha vinto in campo internazionale.
Il primo club a praticare il calcio a La Plata fu il Gimnasia, fondato nel 1887 anche se allo sport introdotto dagli inglesi iniziò a dedicarsi solo nel 1901. Proprio una crisi sportiva in casa di chi sarebbe divenuto il massimo rivale, dipendente dalla perdita del campo di gioco, nel 1905 portò alla fondazione dall’Estudiantes.
A formar parte del nuovo club per lo più giovani studenti in parte provenienti dal Gimnasia, che non potevano sopportare la momentanea sospensione dell’attività e coscienziosi al punto da affidare il ruolo di presidente a una persona più matura vale a dire Miguel Gutiérrez. La data storica, il 5 agosto.
In quanto all’identità, i suoi colori si ispirarono a quelli dell’Alumni che è l’ormai scomparso indiscusso dominatore dei primi anni del calcio argentino. Le sue stesse maglie a strisce verticali biancorosse non si poterono però utilizzare con regolarità fino al 1911 per un veto dell’AAF, quindi fino ad allora si finì per adottarne di rosse con una fascia orizzontale bianca.
Il soprannome più popolare è Pincharratas e può avere due origini. La prima ha a che vedere con l’associazione all’Università di Medicina della città, la migliore del paese, e all’attività di ricerca che da sempre implica l’utilizzo di topolini da laboratorio. La seconda invece rimanda ad alcuni lavoretti extra di molti studenti di medicina: consistevano nel raccogliere le foglie cadute nel parco (il Bosque) con delle pinze, il che talvolta implicava infilzare anche dei topi. L’altro nomignolo è León: nacque più recentemente in semplice contrapposizione a quello di Lobo del Gimnasia che a sua volta derivava dall’ubicazione dello stadio di quel club nel Bosque.
A proposito di stadi, dopo tanti terreni diversi negli anni Dieci dello scorso secolo l’Estudiantes ne edificò uno sulle macerie del vecchio Velodromo, a pochi passi da quello del Gimnasia, che già a partire dal ’37 poté essere illuminato artificialmente. Demolito nel 2007, ad oggi sullo stesso terreno su cui sorgeva se ne sta edificando uno nuovo per cui attualmente la maggior parte delle partite casalinghe vengono disputate al cosiddetto Unico.
In quanto a trofei, nell’era dilettantistica quindi nei primi trent’anni della sua storia iniziata con l’iscrizione alla terza divisione l’Estudiantes vinse un solo titolo caso vuole proprio nel ’13 cioè l’anno in cui si sciolse l’Alumni da cui aveva mutuato i colori. Escludendo alcuni trofei minori, dovette poi attendere addirittura fino alla seconda metà degli anni Sessanta per ripetersi. A quel punto, però, letteralmente esplose soprattutto in campo internazionale.
Al Metropolitano ’67 seguirono tre Coppe Libertadores consecutive corredate da un’Intercontinentale. Nel frattempo il club oggi presieduto da Juan Sebastian Verón (il cui padre fu il faro di quello squadrone) legò il proprio nome anche a un’Interamericana, per poi tornare a laurearsi campione del Sud America nel 2009. In campo nazionale arrivarono invece altri quattro titoli con una cadenza di un paio ogni due decenni, l’ultimo dei quali, il quinto assoluto del professionismo, data 2010 e rappresenta l’alloro più recente fra tutti.
Una curiosità. Il logo storico era rappresentato da un gagliardetto biancorosso riportante la ‘E’ di Estudiantes arricchito da due foglie di quercia e una ghianda simboli di forza e sapienza con chiaro riferimento all’ambiente accademico. Quello nuovo introdotto nel 2012, più classico, a strisce verticali, include anche una stella col numero 11. Tanti sono i titoli maggiori dell’era professionistica, ma allineandosi a quanto ragionevolmente riconosciuto recentemente dall’AFA dovrebbe comparire piuttosto un 12 – includendosi anche il campionato del 1913 che fra l’altro fu il primo quindi oltre che essere ufficiale resta estremamente significativo.