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River, un agosto da favola

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 30 agosto 2011

L’inizio della stagione più inedita di tutte le 111 vissute dal River Plate non poteva andare meglio: tre partite, altrettante vittorie e vetta solitaria nel campionato di B Nacional.

Almeyda ha voluto e potuto schierare sempre la stessa formazione di partenza, certamente un vantaggio, però a lui si devono innanzitutto alcune scelte tecniche apparentemente azzardate ma in realtà encomiabili, che il campo non a caso ha dimostrato essere anche vincenti. Su tutte, il lancio del giovane fenomeno Lucas Ocampos, diciassette anni e già 2 gol freschi freschi da professionista.

Ma le attuali fortune della Banda hanno origine dal mercato, che è stato un misto di emozionanti ritorni e fiammanti acquisti. La maggior parte dei nuovi arrivati sta già scrivendo le prime pagine della storia di quella che in molti non hanno tardato né esitato a definire ‘Maquinita’ avendo in mente la famosa ‘Maquina’ degli anni Quaranta. E chi l’avesse fatto ironicamente potrebbe pentirsi di avere schernito un gruppo potenzialmente letale, pronto a dimostrartsi all’altezza dei migliori magari anche contro di essi in Copa Argentina, chissà.

In tutto sono arrivati otto giocatori. Innanzitutto i due ex Fernando Cavenaghi e Alejandro Dominguez, attuali punti fermi della prima linea, quindi la coppia di ferro già padrona del centrocampo costituita dall’uruguaiano Carlos Sanchez, forse addirittura miglior giocatore d’agosto di tutti i tornei argentini, e Martin Aguirre, e ancora i difensori Alayes e Vella. Sul finire, si sono aggiunti anche Cesar Gonzalez e Cristian Ledesma, altro cavallo di ritorno – che in questi giorni sta risolvendo i problemi legati al suo transfer – dopo che era tornato alla base anche se solo da un prestito Nicolas Domingo. Nel frattempo sono partiti Buonanotte, Lamela, Lanzini (benché in prestito) e Pereyra e, cessioni temporanee a parte, se ne sono andati per non aver trovato un accordo economico i vari Carrizo, Pavoni, Ferrari e Nasuti. Ortega, lui, l’aveva già fatto.

Dicevamo delle vittorie. Convincente soprattutto quella sull’Independiente Rivadavia (2-1 in trasferta) e a modo suo rassicurante quella di carattere sullo Sportivo Desamparados (3-1), questo dopo l’esordio col Chacarita (1-0). Proprio quella contro il Funebrero era stata l’ultima partita disputata al Monumental prima che il Club venisse sanzionato con 5 turni di squalifica all’Antonio Vespucio Liberti in seguito ai disordini nel ritorno degli spareggi di Promocion. Oltretutto, due gli impegni interni da disputarsi a porte chiuse, il primo dei quali comunque già scontato contro la rappresentativa di Santa Fe. E così l’Adolfo Ducò, campo dell’Huracan, è divenuto la casa provvissoria della Banda esattamente come il José Amalfitani del Velez lo era stato in occasione della precedente maxi squalifica. Nemmeno quest’ennesima penalizzazione, però, sembra aver arginato la follia di alcuni esagitati: settimana scorsa, infatti, si è verificato un altro accoltellamento all’interno delle strutture del Club…

Sempre con riguardo ai tifosi, comunque, per fortuna il River è anche stato l’artefice di un’inversione di tendenza della Federazione circa le trasferte nelle Serie inferiori del calcio nazionale. Che la Banda fosse destinata a dare una scossa a tutto l’ambiente era scontato, ma che potesse anche favorire – benché senza un intervento mirato – una nuova risoluzione federale dopo quattro lunghi anni di acceso agli stadi vietato ai supporter in trasferta va al di là delle più rosee previsioni. A dare il via a tutto, dieci giorni fa, era stato l’escamotage del presidente dell’Independiente Rivadavia di accettare anche fantomatici tifosi neutrali con conseguente invasione della cittadina preandina da parte di appassionati poi dimostratisi ‘millonarios’. E se questi sono inarrestabili e anzi ben accetti – al punto che sabato il Quilmes ne accoglierà quasi cinquemila – come non si sarebbe potuto riservare lo stesso trattamento anche a tutti gli altri, benché solo in presenza di strutture adeguate?

Quel che conta maggiormente, però, sono i risultati e per quanto manchino ancora 35 battaglie resta il fatto che al momento tutto sta andando per il meglio, come non era per niente scontato che fosse. Questi punti già messi in cascina infatti contano tantissimo, in eccesso o meno che finiscano per essere fra nove mesi – soprattutto ora che il maxi torneo di Primera a 38 squadre, che avrebbe garantito la promozione a mezza serie cadetta invece che solo a un pugno di aspiranti grandi, non si farà (forse) più.