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Il momento magico di Diego Souza

mio articolo da MAGIC FOOTBALL del 28 settembre 2011

Uno dei fenomeni brasiliani del momento è il trequartista Diego Souza, trascinatore del Vasco da Gama capolista del Brasileirão e fresco di nuova convocazione in Nazionale per l’amichevole con l’Argentina in programma a Belém.

Già incluso nella rosa del Brasile che vinse il Sudamericano Under-17 nel 2001 e poi di quello Under-20 terzo classificatosi ai Mondiali di categoria nel 2005, ‘Diego Showza’ com’è soprannominato con chiaro riferimento al suo gioco spettacolare torna ad avere un’occasione con la Seleção (benché locale) sotto Mano Menezes dopo averne già vestito la maglia nel 2009 con Dunga, nel corso delle qualificazioni ai Mondiali del Sud Africa.

Non deve stupire che sia passato tanto tempo dall’ultimo nonché unico riconoscimento da parte di un CT della Nazionale maggiore. Prima di approdare al suo attuale Club, infatti, aveva trascorso una stagione sotto tono all’Atletico Mineiro tanto quanto, prima ancora della precedente e fugace esperienza in ‘verdeoro’, si era diviso senza mai convincere a pieno tra Fluminense (sua squadra d’origine), Benfica in prestito due volte, Flamengo e Gremio. Proprio col Tricolor di Porto Alegre raggiunse la Finale di Coppa Libertadores, poi andata al Boca Juniors, ma per tornare a farsi notare dopo il promettente inizio di carriera avrebbe dovuto attendere l’esperienza al Palmeiras.

Certamente parte del suo rilancio è da ricondurre all’evoluzione tattica, che col passare del tempo l’ha portato a giocare più avanti e a segnare con maggiore regolarità. Gettatesi alle spalle le prime giornate di rodaggio, quando ha rischiato il posto da titolare, al momento è addirittura il capocannoniere in campionato del Vasco – senza dimenticare che le sue reti erano già state determinanti per la recente affermazione in Copa do Brasil ed era andato a segno anche nel campionato statale, sfumato solo ai rigori della Finale contro il Flamengo.

Continuasse così, la splendida stagione del Club di casa al São Januario di Rio de Janeiro non potrebbe che essere legata innanzitutto ai suoi numeri. Numeri che rimarrebbero a maggior ragione indelebili nella storia ‘vascaìna’ se quella 2011 finisse per risultare, come si prospetta, una delle annate più fruttuose in 113 anni di vita – essendo in ogni caso già ora, in attesa dell’esito finale del Brasileirão e della Coppa Sudamericana, la prima ad aver portato in bacheca un trofeo maggiore dopo l’inedita e traumatica retrocessione del 2008.

In particolare per lui, poi, potrebbe arrivare il primo titolo da protagonista assoluto dopo che, pur senza aver mai rappresentato un punto di riferimento assoluto, è già stato capace di conquistare due Copas do Brasil (la prima delle quali alzata col Flamengo) e tre titoli regionali in tre Stati diversi (rispettivamente con Fluminense, Gremio e Palmeiras). Tutto ciò, con buona pace dei sostenitori di Benfica e Atletico Mineiro che sono le uniche squadre con cui non abbia portato a casa qualcosa, fa di lui un giocatore decisamente vincente a prescindere dalla maturità professionale ottenuta solo di recente – di cui hanno preso buona nota al Bayer Leverkusen, sulle sue tracce dopo che l’anno scorso la Lazio e ancor più il Catania avevano pensato di portarlo in Italia.