Huracan 0 River Plate 1

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 16 agosto 2010

A chi prova un gusto particolare sapendo che nei prossimi nove mesi il River dovrà badare innanzitutto al Promedio per evitare una clamorosa retrocessione, ora tocca farsi una ragione di quanto emerso dalle prime due giornate: la Banda c’è e bussa forte alla porta del titolo.

Certo, reduci da due anni di passione, nemmeno i più ciechi sostenitori della squadra possono rilassarsi dopo due vittorie su due in questo inizio di Apertura, ma il gioco dice più dei risultati, come piace a Cappa e in fondo a tutti i millonarios, e allora è tempo di aspettarsi sempre il meglio, questa volta non per fede infinita ma perché le conferme di questo ritrovato spolvero sono continue.

Per il d.t. la vittoria di ieri è stata ancora più dolce. Non certo perché volesse far del male al suo amato Huracan, bensì perché nonostante abbia raccolto la posta piena sul suo campo i tifosi locali non gli hanno fatto mancare il giusto tributo per quella stagione da sogno che, con lui al comando, per poco non gli faceva vincere il campionato. E poi perché almeno nel primo tempo il suo River ha giocato il suo e il proprio calcio storico, che coincidono e notoriamente fanno convivere stile ed efficacia.

Rispetto al 4-2-3-1 della scorsa partita, Cappa ha inserito Pereyra per Acevedo e Affranchino per Lanzini. Entrambi esterni, lo schema si è necessariamente trasfromato in un 4-3-2-1 molto simile a un 4-1-2-2-1, co Almeyda davanti alla difesa e i soli Ortega e Buonanotte alle spalle di Funes Mori ma una grande velocità sulle fasce, e a destra il valore aggiunto di Ferrari sempre pronto ad andare in sovrapposizione.

E così, al di là delle due occasioni per il Globo in apertura e chiusura della prima frazione la Banda ha fatto il gioco e sfiorato la goleada dopo che Affranchino l’aveva portata in vantaggio. Come settimana scorsa col Tigre, anche ieri è stato un lancio lungo a innescare il meccanismo letale del gol-partita: Buonanotte in profondità per Funes Mori, dribbling e passaggio al centro, quindi tocco vincente del giovane centrocampista. Questa volta l’ariete di domenica scorsa ha rifinito e in gol c’è andato un altro ragazzo che, ispirato, ha coronato una partita da incorniciare con una prestazione sulla fascia di rara efficacia.

Detto questo e del rallentamento nel secondo tempo, tre sono le altre prestazioni su cui soffermarsi. Quelle di Maidana impeccabile al centro della difesa, del sempreverde Almeyda in mezzo al campo, l’ennesima, e per finire del contraddittorio Ortega, imprescindibile allorché Buonanotte, in progressiva ripresa, nonostante alcuni buoni spunti anche in fase di conclusione ha avuto dei passaggi a vuoto, e sconcertante nel momento in cui si è fatto espellere per un intervento duro in scivolata. Il cartellino rosso al Burrito, oltretutto, peserà anche nella prossima giornata, quando il River contro l’Independiente dovrà fare a meno del suo genio e, non dimentichiamolo, della sua quantità.

In attesa di questo clasico, comunque, una cosa è certa: Cappa sta riuscendo a far amalgamare veterani, giovani ed esordienti e con la supervisione di Passarella alla Presidenza si può tornare a scrivere River con la ‘R’ maiuscola.

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