River, andare oltre il Superclasico

mio articolo da RIVERPLATE.COM del 23 ottobre 2012

La sconfitta in casa del Quilmes ha rappresentato un repentino ritorno alla grigia normalità di questo River.

Poco conta che sia venuto alla ripresa dell’attività dopo uno stop di due settimane per via delle Eliminatorie di Brasile 2014: una squadra forte infatti non dovrebbe risentire del calendario. Ma il fatto, semplicemente, è che il River di Almeyda non è forte. E dopo tutto, in quanto tale, non ha patito tanto (o solo) la sosta prolungata che a detta di alcuni avrebbe potuto smorzare l’entusiasmo derivato dagli ultimi due successi di fila; piuttosto, è tornata a pagare innanzitutto gli errori di sempre del suo tecnico e, va detto, la qualità non infima ma nemmeno eccelsa di alcuni suoi interpreti. Finendo per perdere contro un avversario che non vinceva da sette turni, il che fa riflettere tanto quanto si sarebbero dovuti considerare con molta prudenza i successi per goleada contro e Arsenal e Godoy Cruz che, quando battuti, venivano rispettivamente da tre sconfitte in assoluto con 8 gol subiti e tre sconfitte in trasferta con 5 reti al passivo.

Dettagli a parte, se questa partita la si fosse giocata in un momento qualsiasi degli ultimi due mesi fatta eccezione per l’inizio di ottobre le conclusioni generali tratte al termine sarebbero state pressoché identiche a quelle di oggi. Il tempo, infatti, non ha minimamente inciso sulla gestione tecnico-tattica del gruppo. E le perplessità sono le stesse di sempre: vanno da quelle su una difesa inventata il cui assetto nuoce nella fase di contenimento come in quella di ripartenza, a quelle su un centrocampo troppo muscolare e soprattutto sterile in quanto a creatività e su un attacco cui si chiede di bastare a se stesso e che evidentemente a tanto non arriva nonostante molti suoi protagonisti siano di rango e abbiano grande esperienza.

Sono già stati versati fiumi di parole sulla conduzione di Almeyda, che sul piano tecnico risulta inconcepibile molto più di quanto già avesse fatto su quello diplomatico (per non dire umano) nel recente passato. Quel che resta al termine praticamente di ogni partita è sconcerto per una squadra che sarà anche unita ma di certo sul piano sportivo non è ancora decollata dopo due terzi di campionato giocato. Una squadra a cui non si è ancora saputo dar forma e le cui prestazioni risentono più di ogni altra cosa degli effetti nefasti di un disordine tattico capace di mortificare le qualità dei singoli (che in molti casi ci sono e a tratti si sono viste). Senza che Almeyda, sempre lui, sappia trovare una formula alternativa e di riferimento che risparmi a se stesso e al River la lenta agonia che si sta consumando.

In tutto questo, domenica c’è il Superclasico e le dichiarazioni a riguardo, molte delle quali ottimistiche, si sprecano. E’ certamente un’occasione ghiotta per infierire sul nemico già ferito, dato che i 3 punti di vantaggio che i rivali hanno in classifica non bastano a mascherare un disagio analogo a quello della Banda. La realtà, però, è che si tratterà di uno scontro fra giganti malati e se da un lato la vittoria potrebbe almeno emotivamente salvare la stagione dall’altro invece la stagione stessa resterebbe ugualmente compromessa se a questo successo (ammesso e non concesso che arrivi) non ne seguissero parecchi altri nelle sette giornate che mancheranno al termine dell’Inicial dopo il Super.

Se al River si vuole mantenere l’atteggiamento che contraddistingue i club ambiziosi, allora bisognerà prescindere dal risultato della partita col Boca. Si sa fin d’ora che un trionfo ridarebbe ossigeno a un ambiente in cui negli ultimi anni si sono dovuti mandar giù troppi e spesso immeritati bocconi amari; vincere solo questa sfida, tuttavia, non significherebbe molto nell’economia del campionato in corso che è già fortemente compromesso per quanto fatto finora.

C’è quindi da chiedersi se il bonus di fiducia che Almeyda si guadagnerebbe vincendo (o anche solo pareggiando, c’è da scommetterci) sarebbe meritato e anche se pur perdendo la sua posizione non resterebbe inattaccabile di fronte all’unico che potrebbe metterla in discussione cioè Passarella.

La sensazione è che, qualsiasi risultato esca, sostanzialmente poco o niente cambierà. Non cambierà nella testa di Almeyda, di conseguenza non cambierà in campo e nemmeno sul piano organizzativo e gestionale. Purtroppo.

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